Riabilitazione motoria: cos’è

  • Autore: marco arduino
  • 15 nov, 2017
riabilitazione fisioterapica alla schiena

Per riabilitazione motoria si intende un percorso terapeutico avente lo scopo di consentire al paziente di recuperare in maniera progressiva le sue normali capacità motorie (in parte o del tutto, a seconda della gravità dei casi), perdute in seguito a una malattia (ad esempio il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla, due delle patologie che più spesso necessitano di un intervento di riabilitazione motoria), un trauma, un intervento chirurgico o una congerie di fattori di diversa natura.

Tale percorso può essere di natura puramente ortopedica o investire altre discipline: ciò dipende dall'entità del danno e dalla sua locazione nell'organismo.

In altre parole, le cause della parziale o totale perdita delle capacità motorie del soggetto possono essere addebitate a traumi a carico di ossa, articolazioni e/o muscoli, oppure investire altri apparati, con riferimento in particolare (ma non esclusivo) al sistema nervoso centrale. In quest’ultimo caso, si parla di riabilitazione neuromotoria.

Scopi della riabilitazione motoria

Parlando in termini generali, un percorso terapeutico di riabilitazione motoria ha in sostanza un macro-obiettivo a medio termine: migliorare la qualità della vita del paziente, compromessa dall'incapacità di effettuare, in parte o del tutto, i movimenti del corpo che siamo abituati a compiere nella vita quotidiana, e che sono necessari a conseguire un accettabile standard valoriale della stessa.

Per molti individui, infatti, perdere le proprie capacità motorie non significa semplicemente rinunciare a camminare (il che rappresenterebbe già, di per sé, un grave vulnus): vi sono casi in cui i pazienti non riescono più a vestirsi da soli, mangiare o persino stare seduti.

Compito della riabilitazione motoria è quello di restituire dignità e un accettabile coefficiente di indipendenza a queste persone, dando loro la possibilità di riappropriarsi della loro intimità, della loro autonomia e anche di una vita sociale più consona.

Entrando maggiormente nel dettaglio, possiamo affermare che la riabilitazione motoria si pone, schematicamente, i seguenti obiettivi:
  • Individuare le cause dell’invalidità, la loro locazione e il livello di gravità;
  • Sulla base di questi dati, desumere tempi e modalità di recupero, nonché la percentuale di funzioni motorie restituibili al paziente;
  • Definire un cronoprogramma terapeutico dettagliato;
  • Mettere in pratica il cronoprogramma;
  • Tenere d’occhio, ed eventualmente prevenire, l’insorgenza di eventuali complicazioni;
  • Ridurre progressivamente i sintomi dell’invalidità (incapacità di muovere determinati arti, miglioramento del tono muscolare, controllo della respirazione);
  • Se necessario, provvedere, all'eventuale sostituzione di parti di corpo irrimediabilmente danneggiate o perdute con strumenti protesici;
  • Indottrinare il paziente in merito al modo di convivere con la sua nuova condizione (nel caso in cui un recupero al 100% non sia possibile).

Per svolgere tutti questi compiti, il responsabile della terapia può avvalersi di una serie di strumenti in grado di fungere da stimolatori della ripresa dell’attività motoria.

Strumenti che funzionano tramite radiazioni elettromagnetiche (ad esempio l’elioterapia), oppure tramite elettrostimolazione, sono frequenti in questo tipo di trattamenti.

Chi può svolgere l’attività di riabilitazione motoria

Il percorso di riabilitazione motoria necessita di figure professionali qualificate (in genere fisioterapisti), e sempre sotto stretto controllo da parte del medico fisiatra.

Quanto ai luoghi, se non ci sono impedimenti gravi è consigliabile svolgere le sedute di riabilitazione motoria in centri specializzati, dove sono presenti tutte le attrezzature e le strumentazioni necessarie. In alternativa, previa la necessaria organizzazione, il percorso può essere svolto anche a domicilio del paziente.

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